LA BATTAGLIA DELLE MAINARDE

LA BATTAGLIA DELLE MAINARDE

“Per tutti coloro che vivono senza il ricordo degli avvenimenti rievocati”

Siamo saliti una mattina su a quota 1450 percorrendo la tortuosa strada per Collelungo che, lasciata in prossimità del Rio Verrecchia, conduce sulla cresta di Costa San Pietro attraverso la bellissima faggeta che fronteggia la Catenella delle Mainarde.

Tra le rocce abbiamo cercato i segni e le testimonianze degli eventi che segnarono la vita di combattenti e popolazioni, accomunati in un unico destino fatto di sofferenze e di paure ma anche di speranze in attesa della fine di un incubo e quindi, della vita. L’alternarsi di divise, mezzi e bandiere in quei pochi mesi attraverso quel paesaggio oggi cosi ricco di colori, silenzi o suoni propri della natura, ebbe come unica costante l’immagine del combattente dai lineamenti tirati dalla fatica, con le orbite scavate dalla paura e lo sguardo, pregno delle sofferenze proprie di una condizione aberrante. La collettiva angoscia quotidiana che diventava incubo nelle notti gelide e solitarie, si tramutava spesso in atroce morte sia per mano del nemico che di una natura altrettanto temibile.

Lo sguardo si spinge oltre: le creste vicine e la lontana Abbazia di Montecassino costituiscono la mappa della linea di resistenza di quel lontano 1943 sulla quale, per molti mesi, la gioventù di tante nazioni si sacrificò in nome di un giuramento, di un orgoglio di razza o della libertà.

Queste poche pagine tentano cosi di rievocare tutto ciò e costituiscono un primo tentativo di ricerca e di narrazione serrata di quanto accaduto, un “documento” illustrativo dei fatti e degli uomini, della loro storia e dei mezzi, escludendo a priori ogni filtro di mediazione.

Questo stesso atteggiamento si è voluto adottare per la narrazione dei fatti di Collelungo, soprattutto per la difficoltà ancor oggi di individuare la verità che a tratti sembra scaturire da ulteriori rivelazioni o dalla “lettura” di apparenti coincidenze. Il barbaro eccidio è tuttora oggetto di ricerche approfondite da parte di altri Autori o della stessa massima autorità del Comune di Vallerotonda, Dottor Giovanni Rongione, che da tempo sta eseguendo un’azione di verifica e “ricucitura” di tante piccole verità, di tragiche realtà raccontate a denti stretti. Frammenti di una triste storia che ancora oggi riemerge giù tra le rocce del Rio Chiaro, insieme ai resti delle povere vittime che lì hanno riposato in pace, sotto pochi centimetri di sabbia, dimenticati dalla pietà umana di quei lontani giorni.

I DIFENSORI DELLE MAINARDEUfficiale degli Alpenjager

 

“Nella notte dal 21 al 22 Dicembre 1943, in fila indiana, degli uomini vestiti di bianco, un edelweiss sul berretto di panno, salgono dal sentiero innevato verso la prima linea.

Tra le rovine, cannoni da montagna prendono posizione; sulla cresta, pattuglie di sciatori vanno ad esplorare la conca verso la valle di Mezzo, a circa 2000 metri di altitudine.

Queste truppe d’élite non soffrono né la montagna né il freddo; nati per la maggior parte tra le Alpi della regione di Salisburgo, hanno avuto un’educazione ed un’istruzione militare tale da renderli specialisti della guerra in montagna.

Essi hanno confermato………

 

LA BATTAGLIA PER LA LINEA GUSTAV

La prima linea Tedesca, appena visibile dalle posizioni di partenza della 2a Divisione di fanteria Marocchina del Generale Dody, occupava tutta la linea delle alte creste costituite dalla Catenella delle Mainarde, Monte Mare, Monte Cavallo, Monte Forcellone e più a sud, Costa San Pietro, Monte la Monna, Monte Santa Croce e Monna Casale.

Tutte situate all’intorno del primo tratto del fiume Rapido e del Rio Chiaro, costituivano uno dei principali baluardi difensivi della Linea Gustav ed il punto di raccordo con la cosiddetta “linea d’inverno” o Linea Reinhard.

Ideata per sbarrare il passo degli eserciti alleati che risalivano la penisola italiana lungo la via Casilina e permettere il completamento delle fortificazioni sulle pendici di Montecassino e lungo il Rapido, la “Winter Line” aveva i suoi principali capisaldi nella stretta di Mignano Montelungo e nelle creste circostanti di Monte Camino, Monte Maggiore, la Difensa, Monte Cesima e Monte Sammucro alle cui falde è sito il piccolo centro di San Pietro Infine.

Tali quote, ben collegate visivamente tra loro e ………………

LA CAMPAGNA D’INVERNO DEL CORPO DI SPEDIZIONE FRANCESE

La decisione di far partecipare alla Campagna d’Italia l’armata dell’Africa francese sotto il comando del Generale Juin, era già stata presa prima dello sbarco di Salerno.

I primi elementi della 2a Divisione di fanteria marocchina, sbarcano a Napoli il 25 novembre 1943 ed iniziano a rilevare la 34a Divisione americana, il 7 dicembre.

I1 12 dicembre il Generale Dody assume il comando…………….

 

RICORDO TRAGICO

Il mattino del 20 luglio 1915 sul fronte dei Vosgi, una forte preparazione di artiglieria si abbatte sulle linee tedesche ed in particolare sulla quota 1040 che, ancora ricca di vegetazione, occulta agli osservatori francesi la dislocazione delle difese germaniche. Cinque battaglioni di Cacciatori Alpini sono pronti a scattare ed alle 14.00 gli ufficiali indicano i corridoi d’attacco e si lanciano in avanti seguiti dalla fanteria, lungo l’arduo pendio verso la cresta. Immediatamente il fuoco delle mitragliatrici tedesche prende il fianco del 22° Battaglione di Cacciatori Alpini.

La prima linea è interamente decimata, dissolta. Il Comandante del Battaglione, Capitano Richard è ucciso nel suo Posto Comando da un colpo da 210 mm tedesco, mentre i sopravvissuti della prima ondata si ritirano…………………

LA TATTICA TEDESCA DELLA GUERRA IN MONTAGNA

Nonostante le Unità Tedesche che difendono la Linea Gustav siano di origine molto diversa, le tecniche di combattimento in montagna restano sostanzialmente simili.

I1 meccanismo del contrattacco Tedesco è direttamente ispirato alla esperienza della Prima Guerra Mondiale ed in particolare alle vicende dei Vosgi, che hanno privato i Francesi della vittoria.

Le posizioni Tedesche sono sempre eccellenti, sia nella scelta del sito che nella disposizione delle difese: di forma circolare, scavate nella roccia viva con esplosivo, munite di parapetto costituito da muretti in pietrame, ciascuna è occupata da due uomini che dispongono………………………..

LA PRIMA OFFENSIVA

L’arrivo in linea della 2a Divisione di Fanteria Marocchina del Generale Dody, composta dal 4°, 5° e 8° Reggimento Fucilieri Marocchini e dal 3° Reggimento di Saphis, s’inquadra con la predisposizione dell’offensiva a fianco del 6° Corpo U.S.

L’asse generale è da est verso ovest, da Colli verso Atina, a nord di Cassino. L’obiettivo iniziale è costituito dalle quote 1025 e 1029 a nord di Cardito e da Monte Monna Casale a sud.Di fronte ai Francesi è schierata la 305a Divisione di Fanteria. Questa unità composta da soldati del Baden e del Wurttemberg, è reduce da Stalingrado ove ha subito forti perdite ed è stata riordinata dal suo nuovo comandante Generale Hauck, ex Capo servizio logistico di Von Manstein nell’11a Armata.

Entrata in Italia il 26 luglio, viene impiegata sotto Rommel per il disarmo delle divisioni italiane. Addestramento ed equipaggiamento risultano carenti per…………….

Le direttrici d’attacco del corpo francese

L’ECCIDIO DI COLLELUNGO

La Catenella delle Mainarde e l’alta vetta di Monte Mare sono collegate al Monte Cavallo ed alla Costa San Pietro, attraverso un rilievo oblungo ricco di vegetazione, serrato tra due valloni ripidi ove scorrono due torrenti. Questa lunga propaggine porta il nome di Collelungo ed il torrente che lo separa dai più bassi crinali delle Mainarde è il Rio Chiaro dalle acque impetuose e fredde.

Questa naturale strada tra le vette tanto contese durante i mesi più freddi del 1943, era comunemente utilizzata dalle truppe tedesche arroccate sulla Catenella delle Mainarde e sulle creste di Monte Mare, Monte San Michele e San Martino, nonché dagli stessi abitanti del centro di Cardito.

Tra le rovine delle proprie case poste a ridosso della strada Colli-Atina così importante per i due contendenti, erano stati allontanati con il progredire del fronte ed alla ricerca di maggiore protezione e sicurezza, si erano spostati presso le masserie presenti nella zona in attesa della conclusione dei combattimenti.

Un piccolo nucleo era sfollato dalla località di residenza ai primi di ottobre e si era fermato dapprima presso la Masseria Capaldi in Contrada Serre e da qui era salito più in alto lungo il Rio Chiaro, alla ricerca di un rifugio più sicuro ove attendere il passaggio del fronte.

Alla fine di novembre questa moltitudine si era stabilita presso una piccola radura nell’alveo del corso d’acqua dove, realizzate alcune “macere” in pietrame e qualche pagliaio per difendersi dal notevole freddo e dalla neve, attendeva l’evolvere degli eventi bellici.

Forse la notizia dell’assistenza prestata ad un Ufficiale Inglese evaso da un campo di prigionia del nord, in possesso di importanti documenti militari, spinse i Tedeschi ad operare la crudele rappresaglia, già adottata a più riprese nei confronti degli abitanti di altri centri limitrofi alla Linea Gustav che avevano aiutato Ufficiali Paracadutisti Alleati ad installare stazioni radiotrasmittenti che fornivano informazioni sulle difese Tedesche.

La mattina del 28 dicembre, quindi,………………..

LA 3a DIVISIONE DI FANTERIA ALGERINA

E’ il 31 dicembre del 1943 che il primo Reggimento Algerino, il 7°, arriva in seconda linea.

Nei giorni seguenti tutta la Divisione si dispone a sud delle posizioni occupate dalla fanteria marocchina. Essa è comandata dal Generale de Goislard de Monsabert e si compone del 3° e 7° Reggimento Algerino, del 4° Reggimento Tunisino e dal 4° Reggimento di Saphis Algerini da ricognizione.

L’arrivo al fronte della Divisione Algerina corrisponde con un periodo di relativa calma, dovuto ad…………………

LA BATTAGLIA PER LO SFONDAMENTO DELLA LINEA GUSTAVUfficiale tedesco in ossservazione

Il 10 Gennaio del 1944 il Generale Juin emana gli ordini per l’attacco generale dell’intero Corpo di Spedizione Francese.

Stabilito per il giorno 12, esso prevede quanto segue:

a) La 2a Divisione di Fanteria Marocchina, rinforzata da una compagnia di carri Sherman ed un Battaglione di M10 Tank Destroyers Americani, dovrà superare il Rio Chiaro ed impossessarsi delle alture che lo dominano da ovest, ovvero Costa San Pietro, obiettivo del II° Battaglione dell’8° Reggimento Marocchino. La stessa unità sarà rinforzata dal V° Battaglione TABOR e da due Battaglioni Goums dell’VIII° TABOR.

La quota 1025 sarà attaccata dal I° e III° Battaglione dell’8° Reggimento Marocchino, la costa a quota 1029 è l’obiettivo di due battaglioni del 5° Reggimento Marocchino mentre il 4° Reggimento s’impadronirà della linea 1225 1220 in prossimità dei “Gemelli”. L’attacco inizierà prima dell’alba, tra le 6.00 e le 6.30, onde evitare……………….

13 GENNAIO 1944: IL NEMICO RESISTEIl

La battaglia del 13 gennaio 1944 si sviluppa in due settori molto precisi ma in maniera molto differente.

A Nord il III° Battaglione dell’8° Reggimento Marocchino è sottoposto ad incessanti contrattacchi sulla Costa San Pietro. Il primo inizia in tarda mattinata, altri due o tre seguono nel tardo pomeriggio. La situazione diventa critica verso le 16.00 tanto che il III° Battaglione, avendo subito ingenti perdite, fa appello ai gruppi d’appoggio del 4° e 5° Reggimento Marocchino per essere sostenuto. Ciò permette di respingere gli attacchi Tedeschi, ma gli effettivi delle compagnie sono………………

L’INSEGUIMENTO

I1 14 Gennaio 1944 la difesa Tedesca si riduce nettamente; la Costa San Pietro non è più attaccata e le Divisioni di Monsabert e Dody procedono senza troppe difficoltà, soprattutto nel settore Sud verso Vallerotonda e Sant’Elia Fiumerapido. I1 primo centro è catturato durante il pomeriggio e le truppe di colore del Corpo di Spedizione Francese si abbandonano ad ogni sorta di efferatezze violentando con brutalità inconcepibile ragazze, donne, vecchie di oltre 80 anni e persino uomini e ragazzi, sottoponendoli ad ogni sorta di sevizie in presenza dei loro cari e sparando contro chiunque tentasse di opporsi al loro volere, ferendo e uccidendo. Il tributo pagato da Vallerotonda durante la guerra sarà altissimo, 331 morti, 222 feriti e il 95% delle abitazioni distrutte. Cerreto, a meno di 2 Km da Sant’Elia, cade a fine giornata. Insistendo, il Generale Dody chiede alle sue truppe uno sforzo supplementare…………….

RIPRESA DELL’OFFENSIVA

Per la durata di tre giorni i Francesi ricostituiscono le loro forze in vista di un’offensiva generale della 5a Armata contro la Linea Gustav. L’azione sarà effettuata contemporaneamente dal 2° Corpo d’Armata Americano, che attaccherà sul Rapido nella zona di Sant’Angelo in Theodice, dal 10° Corpo d’Armata Britannico sul Garigliano a Sud, ed infine dal Corpo di Spedizione Francese in direzione di Atina. I1 piano di Juin prevede un’offensiva sull’asse Colle dell’Arena – Atina con la possibilità, in caso di sfondamento, di piegare verso Sud per aggirare il Monte Cifalco e verso il Nord per isolare il settore di San Biagio Saracinisco.

Il compito sarà affidato a tre Reggimenti,…………………

LA BATTAGLIA PER IL MONTE SANTA CROCE

La giornata del 22 Gennaio 1944 è utilizzata, per i preparativi dell’assalto. Le notizie dal resto del fronte sono sconfortanti: lo sbarco di Anzio, effettuato in quello stesso giorno, ha sorpreso totalmente i Tedeschi ma, molto più vicino alle posizioni Francesi, il superamento del fiume Rapido nei pressi di Sant’Angelo in Theodice da parte della 36a Divisione “Texas” Americana, si è risolto in un disastro……………………..

UN PRIMO BILANCIO

La battaglia attraverso le alte creste delle Mainarde, si rivela particolarmente pesante da parte dei due contendenti, sia per le terribili condizioni climatiche che determinano congelamenti e la morte dei soldati rimasti feriti sul campo, che per la violenza degli scontri portati spesso a distanza ravvicinata con combattimenti del tipo “corpo a corpo”. La stessa natura del terreno, in gran parte roccioso, amplifica gli effetti delle esplosioni delle granate, scagliando…………….

EPILOGO INGLORIOSO

Gli sviluppi della battaglia per la conquista della città di Cassino e della celebre abbazia benedettina offrono ancora una volta la conferma delle teorie del Generale Francese Juin. I continui attacchi, operati direttamente contro i capisaldi nemici, comportarono unicamente forti perdite ed un notevole senso di sfiducia tra le truppe impegnate nei successivi tentativi, sullo stile dei grandi scontri della prima guerra mondiale. Perché allora non aggirare i punti fortificati e lanciare un attacco decisivo attraverso le montagne?

Ancora una volta la scelta è…………….

I1 9 giugno 1944, le truppe del Corpo di Spedizione Francese, vengono ritirate dal fronte Italiano per partecipare all’operazione “Anvil”, l’attacco contro la Francia meridionale.

HISTORIA agosto 1993

Bibliografia

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Osprey, Men at arms series – The polish army 1939-45,1988

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E. D. Smith, Der Kampf um Montecassino 1944, 1985

PERIODICI E DOCUMENTI

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39-45 Magazine, “1944: la bataille de Cassino.”

39-45 Magazine, Les defenseurs allemands de la ligne Gustav. La campagne d’ hiver du Corps Expeditionnaire francais en Italie.

Stato Maggiore dell’Esercito – Ufficio Storico, Il Primo Raggruppamento Motorizzato. 1986

RINGRAZLAMENTI

La predisposizione di questo volume, delle fotoricostruzioni elaborate a cura dell’Associazione Historia e delle comparazioni fotografiche sullo stile inglese del “Then and now”, sono state possibili grazie all’aiuto di numerosi collezionisti ed appassionati della materia che hanno fornito spontaneamente equipaggiamenti autentici, reperti e documenti consentendo la realizzazione di questa prima esperienza libraria.

E’ a loro che indirizziamo i nostri più sentiti ringraziamenti.

Per gli equipaggiamenti ed i reperti:

Francesco Arcese, Osvaldo Baisi, Giuseppe Gradini, Mauro Lottici, Marco Marzilli, Fabio Pallone, Carlo Parlagreco, Giuseppe Quilichini, Emiliano Scalise, Antonio e Luigi Velardo.

Per il materiale documentaristico e fotografico:

Antonio Canale, Gianfranco Iaconelli, Costantino Jadecola, Federico Lamberti, Giovanni Rongione.

Per le traduzioni dei testi stranieri:

Don Michele Falconio, Silvia Tedeschi, Annalisa Velardo, Wolker Rabeneck e Marcus Schaefer.

L’Associazione Historia e le Edizioni ITER ringraziano il Sindaco di Vallerotonda dott. Giovanni Rongione per i preziosi suggerimenti.

FONTI DOCUMENTARISTICHE E FOTOGRAFICHE

Per la redazione del presente volume, è risultato necessario riportare o elaborare una serie di cartografie per la migliore comprensione degli eventi trattati. Parimenti sono state inserite foto d’epoca tratte dai volumi e dagli archivi militari che di seguito vengono citati.

ECPA, Photo cinema video des armees, Francia 39-45 Magazine

Bundesarchiv – Germania Stato Maggiore dell’Esercito – Ufficio Storico: Il Primo Raggruppamento Motorizzato.

Brian L. Davis, Uniformi e distintivi dell’Esercito Tedesco 1933-1945 Friedrich W. Hauck, Eine Deutsche Division in Russland und Italien Ellis J., Cassino, une amere victorie

Madeja W., The Polish 2nd Corps and the Italian campaign 1943-45

ILLUSTRAZIONI

Le cartine a colori, le illustrazioni delle uniformi e dei mezzi militari nonché le azioni di guerra, sono state elaborate in collaborazione dall’Architetto Francesco Arcese e dallo studio grafico Mauro Lottici.

Gli itinerari escursionistici sono tratti da “A piedi nel Lazio” vol. 1 di Stefano Ardito, che si ringrazia sentitamente.

Realizzazione editoriale: Edizioni ITER – Subiaco (Roma) Stampato presso le Arti Grafiche Il Torchio nel mese di agosto 1993.

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